Vino rosso, quale scegliere? Un viaggio alla scoperta dell’Italia enoica

L’Italia è l’unico Paese al mondo dove si coltiva vite praticamente ovunque.

Gli antichi greci la chiamavano Enotria Tellus, ovvero “Paese delle viti sostenute dai pali”, segno della diffusione di questa coltura in tutta la penisola già in passato. Dalle Alpi alla Sicilia infatti ogni regione d’Italia vanta la propria produzione di uva da vino. E così, tra varietà autoctone ed internazionali, ogni territorio si distingue per i propri vini.

Può capitare però che di fronte a questa ampia e varia produzione di vini si finisca per confondersi. Così possono emergere dubbi e domande: quale vino scegliere? Non lo conosco, mi piacerà?
Finendo per bere sempre e solo gli stessi vini.

Per aiutarvi in questo arduo compito, abbiamo deciso di portarvi alla scoperta dell’enologia italiana. Iniziamo con qualche consiglio per scegliere il prossimo vino rosso da bere!

 

Sull’Etna con il Nerello Mascalese

Varietà principe dell’Etna, il Nerello Mascalese è uno dei vitigni a bacca rossa più coltivati in Sicilia. I viticoltori qui sono soliti chiamarlo anche con il nome di “Negrello” o “Niriddu mascalisi”.

Il nome di questa varietà è un chiaro rimando alle caratteristiche dell’uva e alla zona di origine. Nerello infatti si riferisce al colore intenso della bacca e mascalese invece alla Contea di Mascali, territorio dove da sempre viene coltivato.

Questa varietà ha trovato terreno fertile sui suoli vulcanici dell’Etna. Qui è infatti possibile trovare vigneti di Nerello Mascalese fino a 1100 metri di altezza sul livello del mare.

Dalla vinificazione in rosso di queste uve ne deriva un vino elegante e dalla grande personalità. Dal colore rosso rubino intenso, di corpo e con una buona tannicità si presta molto bene all’invecchiamento. Il risultato è vino rosso dall’olfatto unico, caratterizzato da frutti rossi e con sentori di liquirizia e spezie.

Azienda Tornatore ricade nel versante settentrionale del monte Etna

Se siete curiosi di provarlo, il nostro consiglio è di fare un salto dall’Azienda Agricola Francesco Tornatore, a Castiglione di Sicilia. Qui potrete trovare questa varietà vinificata, con grande maestria, in purezza o in blend con altre varietà autoctone del territorio. Un vera goduria per il palato.

Il vino rosso simbolo della Campania: l’Aglianico

Mirabella Eclano, nel cuore dell’areale del Taurasi DOCG, epicentro della produzione, ricerca e sperimentazione sull’Aglianico. I vigneti sono immersi in un ampio panorama naturale, poco lontani dagli scavi archeologici dell’antica Aeclanum.

Alcuni lo chiamano il “Barolo del Sud”, forse per la sua struttura e complessità che ricorda quella del famoso vino Piemontese. O forse perché al cugino delle Langhe non ha proprio nulla da invidiare.

L’Aglianico è infatti un vino rosso molto tannico, caratterizzato da un’ottima freschezza e da una straordinaria complessità aromatica. Al naso il vino è intenso e raffinato, con sentori di mirtilli, ciliegia, ribes e richiami di violetta e petali di rosa. Ma presenta anche note speziate di pepe nero e tabacco e timbri balsamici di eucalipto, incenso, liquirizia e sfumature mentolate.

Questa varietà si presta molto bene all’invecchiamento. Grazie all’affinamento in legno, il colore vira dal rubino al granato e i profumi evolvono in frutta sotto spirito, prugne in confettura e spezie dolci.

La Campania è la prima regione per coltivazione di questa varietà a bacca rossa, diffusa anche in Basilicata e Puglia. In particolare in Irpinia i vini assumono connotazioni eccezionali grazie a suoli argilloso-calcarei e vulcanici e alle forti escursioni termiche. Ne sono un chiaro esempio i vini della storica Cantina Mastroberardino di Atripalda. In versione giovane o con un lungo affinamento i vini dell’Azienda saranno in grado di farvi comprendere a pieno la versatilità di questo vitigno unico. Provare per credere.

Un vino rosso in terra di bianchi: lo Schioppettino

Ritornato in auge nell’ultimo decennio lo Schioppettino è una varietà autoctona del Friuli Venezia Giulia, tipica dei Colli Orientali.

Incerta è l’origine del suo nome così particolare. Alcuni lo attribuiscono alla croccantezza dei suoi acini, altri al fatto che spesso i vini di Schioppettino imbottigliati giovani esplodevano. Questa varietà ha infatti un’ elevata acidità che in passato portava a fermentazioni malolattiche spontanee e alla conseguente esplosione del tappo.

Ciò che è certo invece è che le caratteristiche organolettiche di questo vino rosso sono eccezionali. I profumi spaziano dalle visciole ai frutti di bosco come la mora selvatica, il lampone e il mirtillo. Non mancano poi note speziate di pepe nero, menta, cacao, liquirizia, tabacco e vaniglia, con intensità diverse in base all’invecchiamento.

Al palato lo Schioppettino è secco, morbido e rotondo, con un buon corpo, non molto alcolico e piuttosto fresco.

Un consiglio su quale assaggiare? Sicuramente quello dell’Azienda Venica & Venica che ha deciso di aggiungere questo vino alla sua produzione solo recentemente, ma con grande successo. Lo Schioppettino di casa Venica ha infatti già ricevuto tantissimi premi dalla critica, per la sua armonia e maestosità. Segnatelo nella lista dei vini assolutamente da provare!

Venica&Venica è un’azienda agricola familiare con 40 ettari di vigneto tutti collocati nella zona di produzione DOC Collio.

Cosa puoi fare per il pianeta?

Anche mentre sorseggi un calice di vino puoi contribuire a salvare il mondo: agisci come se quello che fai possa fare la differenza, perché *allerta spoiler* la fa!

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